Il libri degli influencer anche no

Pubblicato il 12 marzo 2023 alle ore 08:58

Come tutti sappiamo stanno sempre più spopolando i cosiddetti “libri degli influencer”, che, come dice il nome, sono dei veri e propri libri (o perlomeno hanno una copertina, delle pagine e una “storia”) scritti da persone note sui social. Questi libri vengono scritti, o dagli influencer stessi o da anonimi, vengono “comprati” da case editrici di alto spicco e poi messi sul mercato andando letteralmente a ruba. Questo perché? Nella maggior parte dei casi le persone non vanno a fare un giro in libreria e comprano uno di questi libri perché ispirate, ma sono invece acquistati dal numeroso seguito sui social di queste persone. Quindi, scrivendoli, vanno sul sicuro, perché sanno che ci sarà sicuramente qualcuno che comprerà il loro libro solo per il gusto di averlo fatto.

Ci sono invece scrittori che fanno sacrifici per scrivere un libro e per pubblicarlo con una casa editrice anche piccola, mentre loro hanno già la strada spianata. Perché questo?

È vero, non metto in dubbio che anche loro abbiano fatto i loro sacrifici per raggiungere le posizioni che occupano, e gli faccio i miei più sinceri complimenti perché io, dal canto mio, non ci riuscirei mai. E perchè? Semplice, perchè non è la mia passione. Già fare gli “influencer” è un lavoro alquanto recente, ma è diventata un’occupazione che non si limita solo al campo social, ma anche a tutti gli altri settori. Immaginatevi una piramide: sopra ci stanno i social, che hanno il massimo controllo su tutto, e sotto tutti gli altri settori lavorativi, la cui maggior parte ormai dipende da quello che sta sopra, e quindi lo utilizza come strumento di lavoro. Chi sta sui social, chi lavora solo grazie ad essi, cerca di accapparrarsi più settori possibili, perché ognuno rappresenta un gradino in più verso il successo.

E questo non era assolutamente un modo per fare polemica perché so che dietro a ogni influencer c’è una persona, e dietro a ogni profilo c’è tanto lavoro. Io riconosco pienamente i loro sforzi, perché ne fanno, e molti. Non sto neanche dicendo che i loro libri siano brutti, che non dovete comprarli, che non li scrivono loro, ecc… Tutti pregiudizi quelli fidatevi.

E allora perché questo articolo? E allora perchè questo titolo? “I libri degli influencer anche no” è un modo per dire che ognuno ha il proprio posto nella società. Fare l’influencer è un lavoro, come fare l’insegnante, il macellaio, l’avvocato. Se avete un motivo per scrivere un libro, sentite il bisogno di raccontare un qualcosa che vi ha cambiati, oppure avete un’innata fantasia e ci sta, io non vi dico di non scriverlo. Fatelo, ne avete tutto il diritto. Ma se viene fatto così per farlo, per un capriccio o per noia, perfavore, ANCHE NO!

Scriveteci il vostro parere su IG @libroverso oppure sulla nostra mail libroverso.giornale@gmail.com, vi leggiamo tutti e vi ricondividiamo volentieri!

E ricordatevi che se avete la passione per la lettura, non esitate a mandarci la richiesta per diventare redattori! (tutte le info nella sezione “vuoi diventare un redattore?”)

Aggiungi commento

Commenti

Non ci sono ancora commenti.

Crea il tuo sito web con Webador