L’IMPORTANZA DEI TRIGGER WARNING

Pubblicato il 1 luglio 2023 alle ore 07:00

Il BookTok, l’hashtag che raggruppa tutti i video della community libresca di Tik Tok, consiglia sempre più spesso libri che potrebbero essere benissimo descritti con una sola parola: disturbanti. 

Questo perché magari i temi trattati nel romanzo potrebbero appunto disturbare il lettore, rievocando traumi passati o anche semplicemente andando a toccare la sua sensibilità.

Tra gli esempi più noti di libro di questo tipo c’è sicuramente “E poi ci sono io” di Kathleen Glasgow, che racconta del tortuoso e difficile processo di riabilitazione di Charlie Davis, ricoverata in una clinica psichiatrica in seguito a diversi traumi e principalmente a causa del suo disturbo NSSI (Non-Suicidal Self Injury).

O ancora “Una vita come tante” di Hanya Yanaghiara, romanzo best-seller che vanta oltre 250 milioni di views su BookTok, famoso per riuscire a far piangere chiunque lo legga.

 Yanaghiara, nella sua opera, tratta temi veramente pesanti come violenza, pedofilia e dipendenza da droghe. 

Quindi, come avrete capito, questi libri e tanti altri marketizzati come “disturbanti” spesso al loro interno presentano dei contenuti che potrebbero “triggerare” il lettore.

Ma cosa significa questo termine?

Il termine “trigger” potrebbe essere tradotto letteralmente con la parola innesco. Quindi triggerare, nel caso specifico dei traumi, vuol dire innescare del dolore (soprattutto mentale) in una persona. 

Per questo, con l’aumento della sensibilità e della consapevolezza della salute mentale, è stata riconosciuta la necessità di avvisare chi compra un libro di eventuali trigger: la lettura è una passione e in quanto tale non deve in nessun modo arrecare dolore a chi la pratica. 

È così che nascono i Trigger Warning (letteralmente “avvertimenti di innesco”) per evitare reazioni psicologiche, anche pericolose, a danno dei lettori.

Tuttavia, negli ultimi anni, questa discussione è stata abbastanza controversa: c’è chi crede che sia necessario che un autore/autrice renda pubbliche tutte le tematiche forti presenti nel libro, in quanto i suoi lettori devono essere a conoscenza del fatto che quel libro potrebbe provocare loro dolore, e chi invece è convinto che i trigger warning non siano altro che degli spoiler che potrebbero rovinare l’esperienza di lettura.

Così abbiamo deciso di chiedere alla community dei lettori cosa ne pensa a riguardo, attraverso dei sondaggi pubblicati sul nostro profilo instagram @libro.verso.

L’opinione generale dei lettori si è rivelata essere quella che ci aspettavamo.

Infatti, su circa 30 risposte ricevute, soltanto una vede i trigger warning come uno spoiler in quanto, “leggendo i tw spesso intuisco alcune cose del libro” come ci ha scritto una lettrice che, nonostante ciò, crede che i tw debbano essere pubblicati in maniera tale che chiunque possa consultarli. Lei semplicemente preferisce non farlo. 

Ciò che si può evincere da questa inchiesta è che quindi i trigger warning sono delle avvertenze necessarie e che una recensione, per essere completa, dovrebbe contenerli.



E voi? Cosa ne pensate dei trigger warning? Fatecelo sapere contattandoci nei dm del nostro profilo instagram @libro.verso o rispondendo con un commento sotto questo articolo.

Vi ricordo che nel caso siate interessati a diventare anche voi dei redattori per Libroverso, potete contattarci tramite libroverso.giornale@gmail.com.

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